Allegria e spensieratezza: queste sono le due sensazioni principali che trasmette la visione del film Una scatenata dozzina, ultima divertentissima commedia di Steve Martin. Attore spesso sottovalutato, in realtà interprete di grande finezza espressiva e di travolgente umorismo misto a venature drammatiche e impegnate, Martin ha attraversato più di due decenni di cinema americano lasciando un segno inconfondibile all’interno del genere comico e non solo, grazie all’interpretazione di svariati personaggi sempre alle prese con le disavventure e i problemi della vita quotidiana, in particolare quelli legati al nucleo familiare. Eccolo allora incarnare padri delle spose, mariti sposati a fantasmi o sconvolti da mogli a sorpresa, dentisti impazziti o uomini travolti da cicloni in casa. Dopo un esilarante cameo nel film Looney Tunes: Back in Action di Joe Dante, quest’anno l’attore si ripropone nelle vesti di un padre allenatore di football alle prese con una famiglia composta da ben dodici figli, che deve gestire da solo durante le due settimane in cui la moglie si trova impegnata nella promozione del libro da lei scritto. Ognuno dei ragazzi ha i problemi relativi alla propria età e al proprio sesso ma il padre, stretto tra gli impegni di lavoro e le necessità familiari, non riesce a gestire né gli uni né gli altri, portando la già difficile situazione alle più impensate ed estreme conseguenze. In alcune sequenze, soprattutto quelle relative ai rapporti del genitore coi figli più piccoli, si ride di gusto e ci si diverte in un modo che oramai raramente un pubblico sempre più difficile da soddisfare riesce ad ottenere dal cinema americano. Merito del successo del film va però ascritto anche alla regia scattante e vivace del regista Shawn Levy, che già si era fatto le ossa in campo comico col film Oggi sposi…niente sesso, e alla sceneggiatura leggera e gustosa di Sam Harper, Joel Cohen e Alec Sokolow, anche se essa si basa su un presupposto non proprio originale (famiglie numerose e relativi guai), più volte affrontato al cinema, come ad esempio nel film Appuntamento sotto il letto (1968) di Melville Shavelson con Henry Fonda e Lucile Ball, in cui una coppia si deve sposare ma non sa come dirsi di avere rispettivamente 10 figli lui e 8 lei.
di Simone Carletti