Un documentario dei fratelli Verdone per rendere omaggio al grande attore romano
Carlo Verdone riporta Sordi al cinema con il documentario Alberto il Grande, realizzato con il fratello Luca per ricordare il grande attore scomparso il 25 febbraio di dieci anni fa. Attraverso filmati d’archivio, interviste a testimoni come Christian De Sica, I Vanzina, Gigi Proietti, Ettore Scola, Claudia Cardinale, si ricostruisce la figura e la storia dell’attore romano. Un Sordi ripreso per la prima volta anche nel privato, nella sua casa affacciata sulle Terme di Caracalla, dove ora vive la sorella Aurelia, a cui il documentario è dedicato.
«È un omaggio a un grande attore che rappresenta la tradizione dello spettacolo romano ai più alti livelli – spiegano Carlo e Luca Verdone -, che negli anni si è rivelato anche di fondamentale importanza per la nascita e lo sviluppo della migliore commedia all’italiana. Un attore assolutamente rivoluzionario all’inizio della sua carriera, tanto da scardinare le impostazioni da Accademia teatrale canonica, creando stupore e sbalordimento sia nel pubblico che nella critica. Sordi è stato una maschera ineguagliabile che conteneva tutte le fragilità, le miserie, i tic e i difetti dell’italiano medio. Non una maschera regionale ma una maschera universale».
«Alberto era tanto anarchico, sorridente, trasgressivo fuori, quanto disciplinato, abitudinario, serio dentro casa – ricorda Carlo, che con lui interpretò il film In viaggio con papà -. La sua grandezza è stata rappresentare perfettamente il DNA dell’ italiano medio, con i suoi tic, i difetti, il grande cuore ma anche il grande cinismo. La sua maschera era così potente, così simpatica, che alla fine è stata imitata, forse troppo».
Verdone sottolinea che, con i tempi che corrono, sentiva l’esigenza di omaggiare un passato pieno di dignità, di poesia, in cui c’erano grandi attori, grandi scrittori. «È giusto fare un’opera didattica che racconti la grande commedia e un grande attore italiano. I giovani devono conoscere anche Germi, Blasetti, il Sordi di Una vita difficile dello Sceicco bianco. Devono capire perché il nostro cinema è stato grande e questo filmato vuole raccontare, senza tante pretese, la vita di un uomo serio, scapolo fino alla morte perché in realtà aveva sposato il lavoro».
Il film ripercorre l’esistenza, i primi passi nella rivista e l’affermazione a livello nazionale e internazionale del grande attore, nato il 15 giugno 1920 in via San Cosimato a Trastevere e poi vissuto, fino alla fine, nella villa di via Druso. Carlo si trasforma per l’occasione in una sorta di Cicerone e varca la soglia di quella casa, incontra gli storici collaboratori dell’attore che ne raccontano il lato meno conosciuto, più privato, domestico.
«Dentro quella casa era una persona normale, disciplinata, maniacale, abitudinaria, schiava dei rituali. Saliva quelle scale silenzioso, serio. Ritrovarmi di fronte alle sue giacche – confessa Carlo – mi ha rimesso davanti ai suoi colori, sempre gli stessi». «Sordi fu un gigante – aggiunge Luca Verdone – perché ancora oggi ci dimostra che quello era un cinema di genialità e ingenuità. Con questo documentario abbiamo pensato anche ai giovani registi, che dovrebbero rituffarsi nel nostro passato per pensare il cinema del futuro».
Oggi la realtà ha superato la commedia, sostiene Carlo: «È impossibile interpretare un politico al cinema. La politica ci ha scavalcato, è già un film quello che hanno fatto loro. Stiamo vivendo un periodo drammatico: non c’è una nozione di futuro, nessuno vuole perdere la sua fetta di potere. Invece di parlare di problemi drammatici come la disoccupazione si parla di Sanremo. Ma cosa è diventato questo nostro Paese?».