Da stasera al cinema “Il comandante e la cicogna” e “Il matrimonio che vorrei”
Se la commedia all’italiana è sull’orlo del baratro per l’inconsistenza delle ultime produzioni, lo spettatore può rifarsi la bocca con quella che arriva d’Oltreoceano. Se è la noia che assale guardando Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini, divertono e commuovono gli strepitosi coniugi di mezza età in crisi, Meryl Streep e Tommy Lee Jones, nel film di David Frankel Il matrimonio che vorrei, entrambi nelle sale dal 18 ottobre.
Soldini, dopo un paio di film drammatici, aveva voglia di leggerezza. Ha scelto dunque una commedia “morale” con l’intento (purtroppo fallito) di far sorridere con amarezza sulla disfatta morale che sta soffocando il nostro paese. Come emblemi ha scelto una cicogna, che vola alto sulla volgarità imperante che ci circonda e su cui riflettono, ad alta voce, le statue di Garibaldi, Mazzini, Verdi, Leopardi, bacchettati da quella moderna di un meno noto ma identificabile “cavaliere”.
Non bastano a far decollare il film il cast di tutto rispetto e le storie surreali dei protagonisti, che si sfiorano e si intrecciano in un inconsistente mosaico. Valerio Mastandrea è un onesto idraulico, vedovo con due problematici figli adolescenti, che di notte chiede consigli all’apparizione della moglie defunta (Claudia Gerini, in bikini, in quanto vittima di un incidente in pattino). Alba Rohrwacher, sfigatissima artista, alle prese con l’avido padrone di casa Giuseppe Battiston e un murales, costretta per soldi a dipingere nello studio dell’avvocato di politici corrotti (e incarcerati) Luca Zingaretti. Che metterà in mezzo l’onesto idraulico, a lui ricorso per recuperare un video hard della figlioletta, girato a sua insaputa. Un bailamme di storie dai risvolti spesso surreali, ma prive della gustosa poesia su cui Soldini intessé il suo indimenticabile Pane e tulipani.
Basta invece la storia semplice di due coniugi che dopo un trentennio vivono una spenta vita in comune, a suscitare emozioni e ilarità. A dar vita all’insoddisfatta Kay è una strepitosa Meryl Streep, che per ravvivare l’appetito sessuale del marito Arnold (un fantastico Tommy Lee Jones), lo trascina da un terapeuta delle coppie (un perfetto Steve Carell). Ci investe tutti i suoi risparmi ma lui, schivo e recalcitrante, si oppone all’esperimento. Imperdibili le scene in cui i due cercheranno di liberarsi delle loro inibizioni sessuali per riaccendere la scintilla che li aveva fatti innamorare.
«È un distacco che molte coppie subiscono – sottolinea Meryl Streep -, rappresentativo di una cultura che offre molte distrazioni. Nel momento in cui la nostra attenzione è parcellizzata e dispersiva, si intensifica il desiderio di ritrovare un rapporto con l’altro. Il mio personaggio vuole dare uno scossone alla sua vita – dice l’attrice -, ritrovare l’intesa col marito. Le questioni dell’intimità, del desiderio, dell’aspirazione ad essere compresi e amati, è centrale nella nostra cultura».