Volver è sinonimo di nostalgia. Nostalgia per una terra, La Mancha, spazzata dal solano, un vento torrido che porta alla pazzia. Nostalgia tutta al femminile: di una casa, un fiume, una valigia di vestiti indossati da una madre scomparsa troppo presto. Lasciando un vuoto incolmabile nelle figlie, Sole (Lola Dueñas) e Raimunda (Penélope Cruz), per carattere diversissime ma speculari. Entrambe donne del popolo, abituate alle sconfitte della vita ma autonome e indipendenti. Pronte al sorriso e, all’occorrenza, a farsi carico dei fantasmi del proprio passato. Tutto comincia con una morte, quella del marito di Raimunda, che altro non è se non l’eterno manifestarsi di un destino già vissuto, nel passato della donna, ma tenuto nascosto a tutti. Una morte non voluta, che costringe Raimunda e sua figlia adolescente (Yohana Cobo) a reinventarsi una nuova esistenza, aprendo un ristorante e imparando a disfarsi di un cadavere forse non troppo rimpianto. Ma anche a ritrovare legami creduti scomparsi tra tre generazioni di donne: l’avvenente e tenace Raimunda, la timida Sole e loro madre (Carmen Maura), che torna come un’apparizione sin troppo carnale per consigliarle tutte. Cercando, con il suo amore pudico, di riparare a quelle ferite che, sin dall’infanzia, un altro padre infedele e molesto ha arrecato alla loro famiglia. Prima di morire anch’egli in un misterioso incendio…
Penélope, Carmen, Lola e Blanca (che interpreta Augustina, la vicina di casa del paese), ovvero: le chicas di Pedro Almodòvar. Incarnano, tutte insieme, il ritratto della donna perfetta: solare, generosa e, allo stesso tempo, segnata da un vissuto che si legge negli sguardi e nel portamento, nel modo di intonare una canzone e di riascoltarla, nell’avversione a compatire sé e gli altri. Sono donne in lotta per la vita, loro e dei loro cari. In un mondo caotico e antico, dove la complicità femminile è l’unica arma per difendersi dagli agguati del destino. E la ricerca delle proprie origini, l’unico vero fine. Che sia un mondo senza uomini, poi, è da chiederne conto all’immaginario almodòvariano, che per il suo 16esimo lungometraggio confessa di essersi ispirato al Romanzo di Mildred e Arsenico e vecchi merletti. E, soprattutto, ai consigli delle donne a lui più vicine, sua madre e le sue sorelle. Anche se i rimandi iconografici e le suggestioni possono essere infiniti: Anna Magnani e Sophia Loren hanno ispirato i tratti fieramente popolani di Raimunda, mentre su tutto aleggia l’atmosfera magica di Donna Flor e i suoi due mariti di Jorge Amado. Accolto in Spagna con grande calore, sia dalla critica che dal pubblico, per il regista spagnolo è stata l’occasione per ritrovare la via della “commedia drammatica” (per usare una sua definizione), dopo le tonalità funeree di La mala educaciòn. Un ritorno al suo cinema più apprezzato, quello di Tutto su mia madre e Parla con lei, ma anche a quello delle origini, come segnala il ritorno di Carmen Maura, a 17 anni di distanza da Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Presentato in concorso a Cannes, dal 19 maggio Volver è uscito anche in Italia. Da non mancare, per nessun motivo.
di Beatrice Nencha