Era dai bei tempi della prima esilarante commedia con Checco Zalone che non si rideva così al cinema. Ora fa ancora centro Gennaro Nunziante sdoganando dalla tv e dal palcoscenico il volutamente inespressivo Angelo Duro, cucendogli addosso Io sono la fine del mondo, una storia cattiva, cinica e politicamente scorrettissima, che sta incassando milioni perché riesce a far ridere i ragazzi che corrono nelle sale a vederla. E guarda un po’, molti di loro, intervistati all’uscita dei cinema, ci sono andati con le loro madri, proprio quelle prese di mira in malissimo modo dal film, che dicono di essersi divertite tanto, con le quali, forse, dopo, i figli faranno il punto sui loro rapporti familiari.
E già questo sarebbe un bel colpo in tempi in cui si dice che i minori non hanno dialogo coi genitori, sono apatici, solitari. Li vediamo invece uscire sghignazzanti dopo aver visto il film, complici di Angelo per la perfida vendetta ai danni dei genitori, che lo hanno bullizzato da ragazzino, negandogli coca, hamburger e patatine, cane e motorino e sbattendolo pure in collegio per “raddrizzarlo”.
È un film dei nostri tempi, che mette in luce alcune pesanti forme di disagio partorite dalla nostra società, più di tante chiacchiere dei soloni televisivi che si riempiono la bocca con la parola giovani, sfornando ricette che lasciano il tempo che trovano. Invece quello che sembra un filmetto irriverente, fa centro, e far ridere i ragazzi, e non solo, è un’ottima medicina. Lancia pure un sasso su un tema scottante, finito in cantina, come il fine vita.
E rialza anche le sorti delle nostre asfittiche commedie, osannate dalla stampa amica dei produttori, che ti caricano di insofferenza e noia per la loro banalità, malgrado i cast stellari. Perfetta qui anche la scelta degli attori, con protagonisti eccezionali come Giorgio Colangeli e Matilde Piana nel ruolo di genitori.
In poche parole la storia ruota intorno al ‘perfido’ Angelo Duro, fuggito a Roma dalla Sicilia, che lavora di notte portando a casa in macchina dalle discoteche ragazzini strafatti. È in rotta con la famiglia e quando deve tornare a Palermo per accudire mamma e papà perché la sorella deve andare in vacanza, mette in atto la sua orribile vendetta. E si ride di fronte a tanta cattiveria e insensibilità nei confronti dei due disarmati vecchietti. Ma si riflette pure sui danni fatti dall’ipocrisia della nostra società.