
Renée Zellweger torna a interpretare il ruolo che l’ha resa iconica in Bridget Jones: Un amore di ragazzo, anche questo basato sul romanzo di Helen Fielding,diretta da Michael Morris, nelle nostre sale dal 27 febbraio. I produttori di Universal Picture, Studiocanal e Miramax sperano che anche questo nuovo capitolo possa incassare gli oltre 800 milioni di dollari in tutto il mondo dei precedenti.
La capacità di Bridget di superare le avversità l’ha portata a sposare l’avvocato di successo Mark Darcy (Colin Firth) e a diventare madre. Ma ora è di nuovo sola, rimasta vedova quattro anni prima quando Mark è stato ucciso in una missione umanitaria in Sudan. E’ una madre single, impegnata a crescere da sola Billy (Casper Knopf) di dieci anni e Mabel (Mila Jankovic) di sei, con l’aiuto dei suoi fedeli amici tra cui la sua vecchia fiamma, Daniel Cleaver (Hugh Grant). Torna a lavorare e prova persino a usare le app di incontri, dove presto viene corteggiata da un uomo più giovane e affascinante (Leo Woodall) e si imbatte in una serie di incontri imbarazzanti con il razionale insegnante di scienze di suo figlio.
“Abbiamo condiviso con Bridget tutti gli eventi più importanti della sua vita, dagli incontri e dalle disavventure professionali al matrimonio, alla maternità e ora al lutto. Helen ha descritto questo come il più personale di tutti i suoi libri su di lei – afferma la Zellweger, presentando il film a Roma con il regista e i due protagonisti”. A convincerla a tornare ancora una volta in quegli iconici panni, racconta, è stato l’incontro con il regista che voleva costruire il film sull’eredità e l’arte dei precedenti, ma anche navigare in modo autentico in questo nuovo terreno della vita di Bridget, dove dolore e speranza, perdita e risate, si intrecciano. “Mi sono aggrappato alla domanda su come chiunque di noi possa superare qualcosa che sembra inimmaginabile – spiega Morris -. Ho avuto l’idea di creare una ‘commedia del dolore’. Questo è un film che vuole onorare un’esperienza che inevitabilmente tocca tutti noi”.
“Nei libri, sullo schermo, sembra di ritrovarsi con un’amica – dice Zellweger – senti di poterti rispecchiare nelle sue esperienze, vuoi vedere come è cresciuta, come è cambiata la sua vita, come sta affrontando le sfide attuali. È buffo, posso raccontare i miei decenni e le mie esperienze nel fare questi film. Ci ricorda che anche l’essere imperfetti non è un problema. Puoi pur sempre conquistare un uomo, avere successo ed essere felice essendo semplicemente te stessa”.