
Edoardo Bennato
Il grande racconto della carriera di Edoardo Bennato nel documentario “Sono solo canzonette” diretto da Stefano Salvati che andrà in onda il 19 febbraio su Rai1, in prima serata. Artista ribelle, pirata del rock made in Bagnoli, punto di riferimento dell’anticonformismo musicale e ideologico, è stato il primo a portare il rock e il blues nel cantautorato italiano. Per la prima volta al mondo, nel lungometraggio che ripercorre le tappe salienti di un vita e una storia controcorrente, viene utilizzata l’intelligenza artificiale per ricostruzioni legate al passato in assenza di documentazione visiva.
I primi passi nella musica da piccolissimo con il Trio Bennato, formato insieme ai fratelli Giorgio e Eugenio, il soggiorno a Londra, dove ha iniziato a esibirsi come one-man-band, suonando contemporaneamente chitarra, kazoo e batteria a pedale. Un’esperienza che gli ha permesso di sviluppare uno stile musicale unico, influenzato dai grandi del blues e del rock ma contaminato da accenti della musica mediterranea. E poi gli incontri, la testardaggine, i trasferimenti a Roma, successivamente a Milano, i primi passaggi in televisione con Lucio Battisti, la lunga gavetta in attesa dell’exploit: una vita schizofrenica, fuori controllo, a tratti fuori rotta per trovare la rotta giusta, quella che ha portato Edoardo ad essere amato da un pubblico sempre più vasto, anno dopo anno, fino ai giorni nostri.
Nell’ottica di ribellione rispetto ai canoni della musica italiana degli anni ‘70 e ‘80, Bennato ha iniziato a utilizzare musica classica ‘rossiniana’ nei suoi pezzi punk/rock, adeguandoli in un connubio ‘improbabile’ a quei tempi. Influenzato da grandi del rock e del pop, Bob Dylan in primis, e dalle sonorità della musica mediterranea e partenopea, ha creato uno stile del tutto personale, quello “bennatiano”. Un Peter Pan “impertinente”, allergico a ogni etichetta, un sovversivo della musica, un provocatore che ha scritto e composto assoluti capolavori diventati pietre miliari della musica italiana.
Nel racconto della grande storia di Bennato si inseriscono le voci di Jovanotti, Paolo Conte, il fratello Eugenio, Carlo Conti, Mogol, Ligabue, Marco Giallini, Max Pezzali, Neri Marcorè, Leonardo Pieraccioni, Clementino, Dori Ghezzi, Alex Britti, Leo Gassmann che hanno contribuito a ricostruire anche gli aspetti culturali degli anni ‘70, ’80 e ‘90, attraverso i suoi testi graffianti, canzonatori, ironici e beffeggianti, la sua musica così rivoluzionaria, attuale sotto qualsiasi punto di vista e interpretazione.