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Simpatico, ridanciano, il nuovo Captain America Antony Mackie, 45enne di New Orleans, a Roma per presentare il quarto capitolo della saga, Brave new world, in sala dal 12 febbraio, scherza con la stampa in sala cercando di parlare italiano, fingendosi spaventato dalle domande che gli arrivano dai giornalisti collegati online.
“Sono cresciuto guardando i vari supermen, Captain America per me rappresenta tante cose”.
Per esempio?
“E’ un uomo integro, cui affidarsi totalmente e poi per me è come un tuffo nel passato costellato dei draghi e principesse che vedevo da bambino”.
Nel film c’è un attacco al Presidente. La finzione insegue la realtà?
“Questo è un film d’intrattenimento e, come gli altri su Captain America, un thriller psicologico in cui c’è sempre spionaggio e politica.
Cosa consiglierebbe al neo eletto Trump?
“Di essere comprensivo, avere compassione e pietà. Un vero leader non dice cosa fare ma ascolta per capire cosa serve”.
Cosa ha provato a entrare nei panni di questo super eroe?
“E’ stata un’esperienza fantastica. Ho iniziato il viaggio nel Marvel Cinematic Universe 11 anni fa e poter rappresentare questo personaggio mi dà un senso di responsabilità enorme verso i ragazzi che lo vedranno”.
Ci sarebbe bisogno di Avengers oggi?
“Ci vorrebbe una squadra con i migliori di ogni parte del mondo che si parlino e si capiscano, per creare un pianeta migliore. Il mio Avenger dei sogni ricorda i miei insegnanti, fondamentali per la formazione.
Chi vorrebbe nella sua squadra di supereroi?
“Steve McQueen, perché è un gran figo, i Ghostbusters originali, i miei insegnanti di recitazione e la più cool che ci sia, Monica Bellucci”.