I diritti negati alle donne e il classismo della società marocchina sono al centro di Sofia, opera prima di Meryem Benm’Barek, dall’11 gennaio in esclusiva su RaiPlay. Un film di denuncia che racconta la storia della ventenne Sofia e della sua gravidanza segreta fuori dal matrimonio in Marocco, in una società fortemente patriarcale. Un film drammatico dal crudo realismo e dalla forte componente sentimentale, con protagonisti Maha Alemi, Hamza Khafif, Sarah Perles, Lubna Azabal, Faouzi Bensaïdi. Una pellicola di denuncia che tocca le corde profonde della percezione della donna, vittima in Marocco di una cultura davvero poco dalla parte delle donne.
Per le leggi marocchine, tutte le persone di sesso opposto che abbiano una relazione sessuale fuori dal matrimonio sono punibili con il carcere. Sofia ha 20 anni e vive con i suoi genitori a Casablanca. Nessuno in famiglia sa che lei è in attesa di quel figlio “clandestino”. Sofia all’ospedale dà alla luce il bambino e ha 24 ore per fornire i documenti del padre del bambino prima che d’ufficio le autorità vengano allertate.
«Queste storie sono piuttosto comuni in Marocco, dove è vietato avere rapporti sessuali tra persone non sposate – racconta la regista -. Tutti hanno sentito parlare o conoscono qualcuno che ha sofferto per il rifiuto della gravidanza o per un bambino nato da genitori non sposati. È una situazione destinata a complicarsi perché sia la madre che il padre rischiano di essere perseguiti e condannati al carcere. Di conseguenza, il matrimonio è l’unica soluzione possibile».
Il film nasce dunque per far sì che tragedie come queste possano porre luce sui problemi della società, rivelando le varie crepe e lacune nel suo funzionamento. «È importante capire che in Marocco il matrimonio è ancora un segno di successo a cui tutti ambiscono. Permette di stabilire la propria posizione sociale: per questo i matrimoni devono essere il più possibile sfarzosi, appariscenti e lussuosi. Siamo in una società di apparenze, dove l’immagine che si offre di sé e della propria famiglia è molto importante».