La vicenda umana e storica del grande Leopardi – Il poeta dell’infinito” arriva il 7 e 8 gennaio in prima serata su RaiUno con la regia di Sergio Rubini che ne ha scritto la sceneggiatura con Carla Cavalluzzi e Angelo Pasquini. Un ritratto inedito, storicamente coerente, del formidabile genio, in grado di incendiare con i suoi versi non soltanto passioni amorose ma anche ideali politici. Poeta libero e avverso al compromesso che ha sfidato il suo tempo, l’invasore austriaco, la Chiesa e gli stessi fondatori del nascente stato italiano.
Una grande produzione in costume, realizzata da Rai Fiction, IBC Movie, Rai Com e Oplon Film, ambientata e girata in dodici settimane tra la natìa Recanati, le Marche, Bari e la Puglia, Mantova, Torino, Roma, Napoli e Bologna, con il giovane Leonardo Maltese nei panni del poeta, Alessio Boni nel ruolo dell’austero padre, conte Monaldo Leopardi, Valentina Cervi nei panni della madre Adelaide Antici, Giusy Buscemi che interpreta l’amata Fanny Targioni Tozzetti, emblema dell’amore irraggiungibile magnificato nei suoi versi. E ancora Cristiano Caccamo, nelle vesti dell’amico Antonio Ranieri, Alessandro Preziosi nel ruolo di Don Carmine e Fausto Russo Alesi in quello di Pietro Giordani, amico e mentore del poeta.
Genio visionario dietro cui palpita il cuore di un eterno ragazzo, incompreso dai suoi contemporanei, Leopardi è più interessato a rivolgersi alle generazioni del futuro mettendo in ballo spunti di riflessione più che mai attuali in una società come quella di oggi spesso afflitta dalla mancanza di maestri e di saldi punti di riferimento. Adolescente ostile ai genitori come un moderno teenager. Poeta romantico, filosofo e pensatore politico, è stato il primo esistenzialista della modernità. Riferimento dei tumultuosi anni del Risorgimento italiano, ha scritto versi eterni e dato forma a pensieri che oggi, nel nuovo millennio, sono verità granitiche.
Piuttosto che lo studioso curvo perennemente sui libri, il Leopardi della Rai avrà il piglio di un esuberante enfant prodige che desidera divorare il mondo e viverne appieno ogni sfaccettatura e, al posto di una figura grigia e respingente, un’altra più brillante, variopinta, trasgressiva e soprattutto piena di fascino. Sarà la ricerca di amore a spingere Leopardi oltre il recinto dorato della casa paterna, e sarà l’amore per una donna a diventare la sua ragione di vita, nonché a occupare uno spazio importante nella sua produzione letteraria; così come ancora una volta sarà nell’amore per il suo fedele e apollineo amico Ranieri che il nostro poeta riuscirà a colmare i limiti della propria fisicità.
«Ho cercato di far emergere il sale del suo pensiero, la sua visione del mondo da veggente, incompreso dai suoi contemporanei, L’infinito è un messaggio di speranza – spiega Rubini, alla sua prima regia televisiva -. Questa miniserie è un’opera di ingegno artigianale, ho scelto con passione cast e ambienti, e impiegato un ventennio per mettere a punto la sceneggiatura. Leopardi è un’icona pop».
«La poesia è stata la mia prima passione di quindicenne – confida Maltese -. Le sue opere mi hanno subito comunicato il suo dolore intangibile, i sentimenti più profondi dell’essere umano, la sua acuta malinconia fusa con la continua ricerca di amore, un grande viaggiatore». Boni è il rigido e bigotto padre: «Sempre invidioso del talento del figlio, ma fiero di lui – sottolinea l’attore -. I giovani lo capiscono, fuori dalle etichette , la poesia non ha confini».