
Una serie seria che sorprenderà il pubblico con una nuova surreale sfaccettatura della sua comicità. Così Maccio Capatonda descrive Sconfort Zone, la nuova comedy series in sei episodi da lui scritta, diretta con Alessio Dogana e interpretata con Francesca Inaudi, Giorgio Montanini, Valerio Desirò, Camilla Filippi, Luca Confortini, Edoardo Ferrario, Gianluca Fru, Valerio Lundini, dal 20 marzo su Prime video.
Non aspettatevi la sua solita arguta, surreale comicità, ma una serie che lui stesso ha definito psicoanalitica, molto autobiografica, in cui per la prima volta si mette a nudo. Si è dunque tolto le molte maschere per farsi vedere com’è, per capire chi è e cosa fa. “Non avevo l’ispirazione, sono entrato in un loop infernale, sono andato in palla, mi hanno aiutato gli amici e una psicologa a capire perché mi ero bloccato – racconta presentando la serie -. Crisi di identità, crisi creativa, una bolla che ti sommerge e poi crolla e ti rimette di fronte alla realtà. Sprofondare negli abissi della mente crea dolore fisico e mentale”.
Contrariamente a quanto ti aspetti da lui, stavolta c’è poco da ridere, e non si capisce la necessità di spiazzare il pubblico che ha sempre apprezzato la sua comicità esilarante. Ma sembra che fosse proprio lui ad averne bisogno. “Ero in una fase di confusione – confida -, cercavo ispirazione per esplorare nuovi modi di mischiare linguaggi, tra dramma e comicità”.
Ne è nata una serie più realistica, più strutturata. “E’ difficile far ridere, ti devi impegnare tanto – spiega -, io ci metto la mia visione del mondo con serietà. Ho preso un po’ le distanze dalla solita totale comicità – ammette – è una transizione verso nuovi generi, magari un horror”. Sul tema che tocca la malattia terminale dice: “E’ una prova forte, un po’ pesante, ma serve a far capire quanto sia importante vivere. Un buon modo per affrontare una sconfort zone”.